[Venezia], 26 febbraio 1628.

Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXVI, n.° 9. – Autografa.

Car.mo et Onor.do S.r Fratello,

Giunsi qui in Venezia giovedì sera, per grazia del Signore sano e salvo, et lunedì al più lungo m'invierò alla volta di Monaco, havendomi qui incontrato di buona compagnia che va pure fino là: ma invero manco non ci vuole che 22 ungari, spesa invero grossa; ma bisogna accomodarcisi, poi che andar solo mi saria di fastidio troppo grande, come bene potete considerare. Scrissi a V. S. di Bologna, e non mancherò scriver spesso quanto sia possibile, acciò viviate con animo quieto di me; e pure che io senta che tutti stiate bene, e che la mia cara Chiara stia allegra, mi starò ancor io contento.

Saperete come il S.r Giovanni Bertolucci passò di questa a miglior vita fino l'Ottobre passato, sì che a' miei bisogni mi è convenuto servirmi d'altri mezzi. Il S.r Mannucci([920]) saluta V. S. di cuore, et iermattina desinai da lui. Di grazia, tenete consolata la Chiara, perchè mi conturberei grandemente se io sentissi che si pigliassi troppo affanno di me; che facci pur orazione per me, con ferma speranza che le cose abbino a passar bene; che la scriva ogni settimana, chè tanto farò io di là. E qui per fine vi prego a salutarla da parte mia di vivo cuore, come faccio voi et i figliuoli, et di grazia le sia raccomandata la mia binbina carissima; e così Nostro Signore feliciti V. S. e conservi lungamente.

Di Monaco (sic), li 26 di Febbraio 1628.

Di V. S.

Aff.mo e Oblig.mo Frat.lo e Ser.re

Michelag.lo Galilei.

Saluto tutti di casa. Credo che le chiavi di casa, che poco fuor di porta mi trovai in tascha, vi saranno state riportate da un contadino al quale detti, che si chiama Matteo Matucci, abitante là verso Pratolino.

Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo

Sig.r Galileo Galilei, Matematico del Ser.mo G. Duca di Toscana.

Fiorenza.